nomina medico competente datore lavoroQuando si parla di sicurezza sul lavoro, una delle figure professionali che viene spesso chiamata in causa è quella del medico competente.
Il medico competente non è una figura obbligatoria per tutte le aziende. Infatti in base al decreto legislativo 81/08 la nomina del medico competente è obbligatoria solo per alcune tipologie di aziende che operano in determinati settori e deve avvenire attraverso la lettera d’incarico. L’articolo di legge a cui fare riferimento è art. 41, comma 1, lettera a) del DLgs 81/08, modificato dal DLgs 106/09.
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Il testo unico sulla sicurezza sul lavoro sottolinea come la figura del medico competente deve essere presente laddove sono presenti dei rischi importanti per i lavoratori:

  • movimentazione manuale di carichi e movimenti ripetuti degli arti superiori, nei casi in cui tale rischio sia evidenziato nel DVR
  • se vengono svolte attività al videoterminale, se nel DVR tale attività viene indicata come superiore alle 20 ore settimanali
  • esposizione ad agenti fisici (rumore, ultrasuoni, infrasuoni, vibrazioni meccaniche, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche, microclima, atmosfere iperbariche…)
  • esposizione a sostanze pericolose (chimiche, cancerogene, mutagene, sensibilizzanti), tranne nei casi in cui tali sostanze sia indicate come rischio irrilevante per la salute.
  • esposizione ad agenti biologici.
Ulteriori casistiche vengono indicate da normative diverse dal Testo Unico e ad esso successive:
  • lavoro notturno
  • esposizione a radiazioni ionizzanti
  • lavori nei cassoni ad aria compressa
  • attività lavorative  in ambienti confinati
  • lavori su impianti elettrici ad alta tensione
  • verifica dei requisiti psico-fisici per chi si occupa del controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico
  • lavoratori della sanità esposti a rischio infortunistico per ferite da taglio e da punta

Rispettare la legge per il datore di lavoro è necessario per la sicurezza dei lavoratori, ma anche per non incorrere in pesanti sanzioni che consistono da un lato in una multa che può arrivare fino a 10.000 euro e dall’altro può determinare la reclusione fino a sei mesi.